

Un matrimonio celtico celebrato da Imbolc

Abbiamo deciso di celebrarla con queste foto e video di ispirazione, per dare qualche spunto a quegli sposi che vorrebbero sposarsi durante questo momento.



Come luogo abbiamo scelto i boschi dell’Alta Val Tidone. Siamo andati sul Monte San Martino, una zona già anticamente abitata (si stima della fine età del Bronzo ed inizio età del Ferro), piena di reperti celtici oltre che romani e longobardi, uno scavo archeologico, pietre bucate, antichi altari e pietre scavate a formare sedute. Probabilmente una parte era zona rituale poiché ci sono moltissime pietre che formano cerchi e altari naturali. Ha un’energia particolare che chiunque riesce a percepire arrivandoci e l’abbiamo adorata proprio per questo.
Come si vede dalle foto aeree, la pietra più grossa è spaccata a metà, forse naturalmente oppure per opera dell’uomo, purtroppo non possiamo saperlo, ma quello che si vede chiaramente sono dei gradini scolpiti nella pietra per poter raggiungere la parte alta del masso. Per arrivarci siamo passati in mezzo alla spaccatura e sembrava davvero di essere nel cuore della terra, tra le sue ossa. La camminata per arrivare alla sommità del monte non è lunga e l’abbiamo fatta trasportando fiori, vestiti ma soprattutto risate.


Il salice è un albero legato alla Dea, la Bianca signora. È l’albero degli incantesimi e dei poeti. Porta fertilità a coloro che lo curano.







Abbiamo fatto sì che la sposa sembrasse una Dea nel suo bellissimo vestito di Alessia Baldi e in questa gigantesca coroncina. Il vestito è un due pezzi con sottoveste, gonna e magliettina. Lo abbiamo voluto svolazzante e leggero oltre che bellissimo.



La luce è quindi un aspetto importantissimo della festività e Giui e Simone sono stati bravissimi ad utilizzarla per dare voce alle foto. La luce è una protagonista quanto la natura e gli sposi.



Da Alessandra di Mugga Design… Imbolc è l’antica festa del fuoco irlandese del culmine dell’inverno, che cadeva tradizionalmente il 1° febbraio, nel punto mediano tra il solstizio d’inverno e l’equinozio di primavera. La celebrazione iniziava al tramonto del giorno precedente, in quanto il calendario celtico faceva iniziare il giorno dal tramonto del sole. Il termine Imbolc in irlandese significa “in grembo”, in riferimento alla gravidanza delle pecore, così come Oimlec sta per “latte ovino” a indicare che in origine si trattava di una festa legata alle pecore da latte. In questo periodo venivano infatti alla luce gli agnellini e le pecore producevano il latte. Il latte fresco, il formaggio, il burro e il siero di latte costituivano spesso la differenza tra la vita e la morte per le persone anziane e i bambini, durante il gelo di febbraio.
La festività celebrava la luce, che si rifletteva nell’allungamento della durata del giorno e nella speranza per l’arrivo del bel tempo. Era ed è ancora oggi tradizione celebrare la festa accendendo lumini e candele.
Crediti:
Planning and styling: Federica Cosentino Nature wedding planner// Foto: Giui // Video: Simone Berna// Flower Designer: Kadò Flower Design// Vestito sposa: Alessia Baldi atelier //Suite grafica: Mugga Design //Ceramiche: La Topaia //Nastri: Red Ribbons